Una fontana di soldi di Andrea Rota. Un falso d’autore riflette sui problemi quotidiani

Un esordio letterario convincente quello di Andrea Rota, autore di “Una fontana di soldi”, un giallo artistico in cui si intrecciano le vite diverse e lontane di Luca, un giovane laureato sognatore, e Giulio, un brillante uomo di legge pronto a difendere la giustizia e la legalità.
Tuttavia non sempre proseguire un fine nobile corrisponde a rispettare la legge, in tal senso “Una fontana di soldi” ci farà molto riflettere.

Una fontana di soldi di Andrea Rota. Vite unite dall’arte

Il romanzo, all’inizio, mostra due ambientazioni differenti: la Liguria e la Lombardia vedono protagonista il giovane ligure Luca intento a frequentare l’Accademia delle Belle Arti di Milano; Luca ci mostra le diverse sfaccettature della vita di tanti giovani universitari: continue lezioni, studio forsennato, noiosi turni di pulizie, lavoretti per racimolare qualche spicciolo in più da destinare all’affitto, nuove amicizie e l’incontro del possibile vero amore.
Nonostante i sacrifici, come è normale che sia alla sua età, Luca possiede tanti sogni e, una volta ot-tenuta la laurea, spera di concretizzarli tutti.
A Roma, invece, si svolge la vita del tenente Giulio De Luca; laureato in Beni Culturali lavora per il reparto operativo del comando dei Carabinieri destinato alla Tutela del Patrimonio Culturale. Giulio, pur non avendo figli, è realizzato professionalmente, è felicemente sposato e crede fermamente nella giustizia, tuttavia il suo mestiere gli procurerà pure forti sofferenze come la perdita di un giovane e valido collaboratore, evento in grado di metterlo in difficoltà e di far vacillare le sue certezze.
Ad un certo punto le esistenze di Luca e Giulio si intrecceranno in quel di Savona, un incontro volu-to dall’arte, più esattamente dalle opere dell’artista rivoluzionario Lucio Fontana. Il fulcro della vi-cenda, infatti, gira attorno alle opere del pittore argentino creatore del movimento spazialista, o for-se sarebbe meglio dire attorno ai falsi delle sue creazioni.

«Lucio Fontana era un rivoluzionario. Il famoso taglio sulla tela non voleva essere una provocazione ma un nuovo concetto di spazio e dimensionalità, la sua priorità era quella di creare una tridimensionalità del quadro.»

La disillusione

Un importante tema trattato da Andrea Rota è quello relativo alla disillusione giovanile: negli ultimi anni il numero di laureati è aumentato in maniera esponenziale, pertanto non tutti riescono a realizzarsi professionalmente nonostante i tanti anni di studio. Di conseguenza molte persone finiscono per accettare di svolgere un qualunque lavoro per potersi mantenere e gettare le basi di una vita fu-tura in cui possono trovare spazio anche il matrimonio e i figli.
Tuttavia bisogna riflettere sul fatto che, nella maggior parte dei casi, quando si sceglie un determinato percorso di studi lo si fa perché si insegue un sogno professionale e vedere quel sogno infranto, forse per sempre, è avvilente. Sono certa che molti lettori simpatizzeranno con Luca perché nelle sue disillusioni c’è spazio anche per quelle che appartengono a noi.

«Non so come ho fatto a ritrovarmi in questa situazione; tutte le mie passioni e le mie speranze sono svanite lasciandomi qui, davanti al computer, navigando senza una meta.»

A questo tema si affianca quello della giustizia sociale: non tutti, soprattutto se poveri o con poche risorse, in caso di malattie gravi possono permettersi cure lunghe e costose rischiando, in tal modo, la propria vita. È frustrante una situazione del genere ma purtroppo coinvolge tante persone e, quando diventano troppo disperate, possono finire per concepite idee poco ortodosse per raggiungere il no-bile scopo.
È così che legalità e illegalità si intrecciano: in questo romanzo succederà ponendoci tanti interrogativi e spingendoci ad interrogare le nostre coscienze.

«[…] mi sentivo umano, mi sentivo fragile come la sabbia che non può fare nient’altro che assorbire l’aggressività di quella forza.»

“Una fontana di soldi”, edito da Argento Vivo Edizioni, è un testo in cui troverete di tutto: suspense, amori, amicizie, arte e la dura realtà, un libro che adorerete fino alla fine e oltre perché, come ci conferma lo stesso autore, prima o poi questa vicenda continuerà.

Curiosi di conoscere meglio Andrea Rota?

Come nasce la tua passione per la scrittura?
Fin da piccolo ho sempre letto molto. Un giorno ho preso la macchina da scrivere di mia mamma e ho iniziato a inventarmi una storia, da lì mi è rimasta la passione.

Cosa ti ha ispirato per la stesura del tuo primo romanzo, “Una fontana di soldi”?
Le difficoltà che molti ragazzi, finito di studiare, hanno a trovare un lavoro, soprattutto inerente all’ambito di studi. Purtroppo è una realtà sempre più in crescita, così molti per poter avere una casa, una famiglia, si trovano a mettere da parte i propri studi e i propri sogni per sbarcare il lunario.

Luca e Giulio, i due personaggi principali del tuo libro, sono entrambi interessanti: a tuo parere quali sono i loro punti di forza?
Luca è un sognatore, ma imparerà presto che di soli sogni non si può vivere; è molto fedele ai suoi amici con cui instaura un rapporto molto forte. È coraggioso e per le persone che ama farebbe di tutto.
Giulio è simile a Luca. Ovviamente visto il lavoro che fa è molto ligio al dovere. Al suo lavoro dedica tempo e passione; è preciso e curioso e, malgrado possa sembrare un po’ rigido, in realtà è una persona che si affeziona molto alle sua squadra.

La tematica dei tanti giovani laureati che, nonostante lo studio e i sacrifici, non riescono a realizzarsi professionalmente e a realizzare i loro sogni mi ha colpito molto: cosa ti ha spinto ad affrontare la questione nel romanzo?
Be’ perché la vita, purtroppo, spesso ci sbatte le porte in faccia e questo dopo anni in cui una persona si dedica anima e corpo al proprio futuro: quando viene il momento di raccoglierne i frutti si ritrova con poco e niente.
Nel libro, però, cerco di far vedere che almeno a qualcosa quegli studi sono serviti e per un bene più grande. In ciò c’è una sorta di ironia, si ritroveranno a infrangere la legge ma per un fine superiore.

L’arte è fondamentale nel tuo libro: in generale quali sono i tuoi artisti preferiti e, soprattutto, Lucio Fontana rientra tra di essi?
Sì, Fontana rientra tra quelli. La curiosità su di lui mi è nata quando ho scoperto che ha abitato ad Albissola, e più lo studiavo più mi accorgevo che la sua visione dell’arte e dell’opera artistica mi affascinava. Tra gli artisti che preferisco ci sono, per l’arte del Rinascimento: Michelangelo, Raffaello e Leonardo. Tra gli altri sicuramente Caravaggio.

Altra domanda d’obbligo: sei un appassionato di gialli? Se si, quali autori prediligi?
Adoro i libri gialli. Uno dei miei preferiti è Maurizio de Giovanni, con la serie del commissario Ricciardi e, a pari merito, anche Antonio Manzini col suo vice questore Rocco schiavone. Mi piace molto anche Cristina Rava che ambienta i suoi libri in Liguria, dove vivo.

Il finale del tuo romanzo, coinvolgente e abbastanza attuale, lascia presagire un possibile prosieguo della vicenda: dobbiamo aspettarci una continuazione?
Sì è vero, preannuncia una prosecuzione. In testa è già scritta ma devo ancora decidermi a iniziare. Ho appena finito di scrivere un altro libro, un giallo, con un nuovo personaggio che spingeva per uscire prima.

Ringrazio l’autore per l’intervista e soprattutto per avermi permesso di collaborare allo scopo di promuovere il suo romanzo.