Nuvola di Graziana Morcaldi. La speranza in mezzo al dolore

Una storia potente, triste e speranzosa allo stesso tempo; “Nuvola” è un romanzo che vi conquisterà pagina dopo pagina perché è una di quelle letture in grado di lasciare il segno nel lettore.

« ”Cos’hai imparato in questi sei mesi?” “Che aiutare gli altri mi fa stare bene”».

Nuvola di Graziana Morcaldi. Narrativa, metafora di vita

Il padre di Nicole sta con la madre di Louis; non tutto è idilliaco in questa famiglia a causa di frequenti litigi e cattive strade che un brutto giorno porteranno i due a finire in carcere. Per Louis e Nicole si aprono le porte di una Casa famiglia, tuttavia ben presto per il ragazzino la situazione muta: il padre biologico è ancora vivo e Louis andrà ad abitare con lui.
Nicole, invece, non avendo più alcun parente rimarrà in Casa famiglia. Louis le promette che troverà il modo di portarla via ma purtroppo non ci riuscirà. Il ragazzo le scriverà diverse lettere ma non otterrà risposta perché Nicole, arrabbiata con il mondo, rifiuterà qualsiasi contatto con coloro che formavano la sua famiglia, compreso Louis.
Che piega prenderà la loro vita d’ora in poi?
L’autrice ha catalogato “Nuvola” come romanzo non di genere perché in questa storia di narrativa generale possiamo ritrovare elementi che possono essere ricondotti a diversi generi letterari creando un armonioso miscuglio formato da diverse sfumature, ciò altro non è che metafora della stessa vita.
La scrittura è molto coinvolgente in quanto i due protagonisti narrano le loro vicende in prima persona, ciò contribuisce a rendere più intima e veritiera la narrazione.

Bisogno di affetto famigliare

Sicuramente ritorna spesso il tema della famiglia; è il fulcro attorno cui ruota l’intero romanzo perché la famiglia, in fondo, rappresenta quasi sempre un luogo sicuro in cui potersi sentire protetti. L’affetto delle persone care è fondamentale per qualsiasi individuo, anche per coloro che negano apertamente di desiderarlo.

«Mi sento colpita dal disagio di queste premure che, entrando da un pertugio di fragilità, mi colgono impreparata».

Non a caso l’immagine della copertina richiama proprio il concetto di famiglia nel linguaggio dei segni. E anche quest’ultimo elemento non è casuale nel romanzo, infatti vengono esplorati diversi aspetti di una professione molto interessante, quella del logopedista. Devo dire che l’autrice è stata abbastanza esaustiva da questo punto di vista trasmettendo informazioni importanti senza risultare pesante.

«Qualsiasi tipo di conoscenza teorica dovrai rimetterla in discussione ogni qualvolta avrai dinanzi un nuovo paziente».

Molto buona la resa dei vari personaggi, anche i secondari infatti risultano abbastanza incisivi nel corso della narrazione.

Temi importanti esposti in maniera delicata

Tra le varie tematiche trattate vi sono rabbia e abbandono; non sono affatto temi semplici e facili da analizzare ma l’autrice è stata in grado di parlarne senza angosciare il lettore, componente comune a tutto il romanzo: per quanto sia una storia complessa, intrisa di tanta rabbia e sofferenza non affligge mai durante la lettura.
Infine vi chiederete il perché del titolo. Ma questo lo dovrete scoprire voi stessi leggendo questa storia che vi commuoverà tantissimo.
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«Sfumavi inesorabilmente, scomparivi senza permesso, e le mie sciocche illusioni subivano un forte scossone».

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