Lo scrigno delle sette meraviglie di Aldo Franco. Donne e natura meravigliose

Un inno alle donne che affronta temi attuali inseriti in un dolce contesto fiabesco, nasce così la raccolta scritta da Aldo Franco, “Lo scrigno delle sette meraviglie”.

«La donna è il dono naturale più speciale, più prezioso […] perché lei riluce di fulgido splendore, di venusta bellezza, di angelica gentilezza».

Lo scrigno delle sette meraviglie di Aldo Franco. La centralità poetica delle donne

L’autore ci propone sette storie dal sapore fiabesco ispirate ad altrettante fiabe celebri poi rielaborate da lui stesso: si respira l’atmosfera indefinita del passato, come accade di norma nelle fiabe, e allo stesso tempo si individuano molti elementi tipici del Medioevo, in particolare per quanto concerne l’uso di alcune parole auliche molto vicine alla corrente poetica del Dolce Stil Novo (vengono citati anche dei versi di Dante) e della poesia cavalleresca. Infine sono molti i versi poetici nati dalla penna dello stesso autore che si inseriscono in maniera armoniosa nel corso della narrazione.
Il fulcro di tutta la raccolta poetica è la celebrazione delle donne: della loro forza, del loro coraggio, della loro bellezza, della loro dolcezza. In particolare mi ha colpito la fiaba dal titolo “Il cavaliere svizzero” perché in essa l’autore precisa di volere elogiare ed elevare anche le donne lavoratrici e quelle di bassa estrazione sociale; in genere i movimenti poetici prima citati esaltavano le donne ricche o comunque benestanti, donne in genere sempre poste sul piedistallo. L’autore, invece, rende finalmente giustizia anche a tutte quelle donne in genere sfruttate, derise e persino maltrattate.

«Che bello aver reso felici anche le donne obbligate a lavorare nelle stalle e nei campi, averle rese principesse del profumo e della dolcezza».

Dolce natura

C’è una continua presenza dei dolci intesi non solo dal punto di vista letterale ma anche da quello metaforico: i dolci simboleggiano la dolcezza della donna. Allo stesso tempo i dolci sono anche sinonimo di cultura perché molti sono tipici di un determinato luogo portando, quindi, a descrivere le meraviglie di cui ogni luogo del mondo è portatore.
Anche la natura, infatti, è parte integrante delle fiabe: ogni pagina descrive in maniera minuziosa le bellezze naturali del posto sottolineando lo stretto legame tra l’uomo e la natura, qualcosa di altrettanto bello e prezioso invitando tutti ad avere sempre rispetto di tutte le bellezze che ci circondano.

«Mi sento totalmente in pace con me stessa e con il mondo quando sono in mezzo alla natura».

Per concludere vi lascio una breve intervista che mi ha concesso l’autore di questo dolce volume fiabesco.

Quattro chiacchiere con…Aldo Franco


Come nasce il tuo interesse per le fiabe?
Il mio interesse per le fiabe c’è sempre stato, ma negli ultimi due anni è diventato più forte.
Un pò per la maledetta quarantena e la zona rossa che mi hanno portato via gli abbracci e i momenti romantici, un po’ perché mi sono reso conto di aver avuto un’infanzia terribile e frustrata; le maestre hanno fatto di tutto per portarci via i momenti lieti e sereni che noi bambini avremmo dovuto goderci serenamente ma ci convincevano sempre che “loro avevano sempre ragione e noi poveri bambini frustrati sempre torto”, cosa che poi corrompeva i miei genitori che non mi hanno coccolato come volevo. Quindi mi rifugiavo nelle fiabe, sia le mie che quelle scritte dagli altri autori, per vivere quello che non riuscivo a realizzare. Ed è stato a febbraio 2021 che è nato il sogno ricorrente in tutte le mie fiabe, che come avrai capito, è il mio: quello di portare le donne che adoro a vivere per sempre su un’isola paradisiaca in cui saremo circondati da svariate fonti di felicità.
In poche parole, sia per la mancanza di amore che non colmerò mai, sia per il mio bisogno inarrestabile di essere sempre coccolato, che è diventato più forte durante i duri anni del covid, ho trovato rifugio tra le mie fiabe.

Perché i dolci rivestono un ruolo importante nella tua raccolta di fiabe?
Per diversi motivi: perché li adoro, perché li ritengo una fonte di felicità con cui far sentire le donne adorate, perché mi piace scoprire i dolci del mondo (anche se tutto il mondo invidia i dolci italiani, ma le mie torte preferite sono le torte tropicali al cocco, la torta della Foresta Nera, la torta di mandorle svedese e le cheesecake) e poi perché possono essere un riflesso della dolcezza romantica della donna.
Nel “Soldato Danese” i bignè, i krapfen, le sfogliatelle… a forma di cuore riflettono il cuore d’oro della Splendida Principessa di Danimarca.
Spesso, come si è capito, il cioccolato è una metafora del cuore scaldato dalle donne.
Le montagne di torte riflettono la dolcezza colossale della donna.
Le valli innevate di gelato colorato riflettono l’arcobaleno e la luminosità colorata della donna.
Ne la “Principessa dei Libri olandese” nella sala dei banchetti in cui viene accolto Quasimodo c’è il rinfresco di pasticcini di tutto il mondo che simboleggiano il fatto che tutte le donne del mondo hanno la loro ricchezza e le loro qualità con cui portano felicità.

Vista la massiccia presenza di versi poetici, posso chiederti quali sono i tuoi poeti preferiti? C’è una poesia che ami più di tutte?
In realtà non ho un poeta preferito. Il mio scrittore preferito è Andersen, scrittore di fiabe, ma anche di poesie, e voglio diventare come lui. “Il soldato danese” e “La regina delle nevi svedese” sono ispirate alle sue fiabe, ma la sua influenza si sente un po’ in tutto il mio libro. Le poesie del libro le ho scritte tutte io, perché io compongo poesie romantiche per il bisogno di amore di cui dicevo prima. Seguo molte poetesse emergenti su Instagram, e alcune di queste le adoro per la dolcezza e raffinatezza che contengono le loro poesie.
Le poetesse che adoro di più e che ho anche immortalato nelle fiabe sono: Elisa in arte Riemersa, una poetessa dalla dolcezza straordinaria e infinita che è diventata Elsa nel “Cavaliere del Reno” , Elisa nel “Cavaliere svizzero” e “Paradiso del Profumo nel “gigante norvegese”
Cristiana Laura in arte Pensieri passati, una poetessa aulica e sublime che è diventata Cristiana nel “Cavaliere svizzero” e la nonna di Kaj nella “Regina delle Nevi svedese”
Mary, la fondatrice della pagina Instagram Poetinsieme, poetessa raffinata e sensibile che è diventata “Mosaico di Luce” nel “Gigante norvegese”
Viviana, in arte Vivi le mie poesie, una poetessa dolcissima e un po’ sensuale che è diventata “Amore di Tulipano” nel Gigante norvegese”

Secondo te, qual è il punto di forza della tua raccolta fiabesca?
Il fatto che sono le donne a salvare i protagonisti, piuttosto che il contrario come avviene nelle fiabe tradizionali, perché anche questo è un modo per nobilitare le donne: quando i protagonisti stanno per essere uccisi, interviene una donna a salvarli.
Poi un altro punto di forza e controcorrente, come avrai notato, è l’importanza rivolta ai piedi della donna che, anche maleodoranti, riescono a far vivere un momento romantico. I piedi sono le parti del corpo che sostengono tutte le straordinarie qualità della donna, quindi vanno coccolati, adorati, rilassati col massaggio, profumati per elevare e nobilitare la donna.

Hai in mente nuovi progetti di scrittura?
 Certo, voglio scrivere altre fiabe seguendo sempre i fondamenti delle sette fiabe del libro.
– “Il cavaliere brianzolo” in cui un cavaliere della Brianza medievale fa un patto mortale con la strega Giubiana: lei lo trasforma in un fantasma per poter massaggiare i piedi a tutte le donne senza essere visto, ma poi lui prenderà l’aspetto della strega e finirà al rogo.
– “La regina della dolcezza svizzera” è una rivisitazione di Hansel e Gretel, in cui i due protagonisti finiscono in una Svizzera fatta tutta di dolci.
– “Il ladrone messicano”, che sarà la figlia del “Gaucho dell’Uruguay” da cui prenderò alcuni spunti e il protagonista sarà un ladro gentiluomo, che va a rubare i soldi a Las Vegas per viaggiare in tutto il Messico con le sue donne.
– “Il principe indiano” in cui un principe viene coccolato tutto il giorno dalle sue ancelle e qua sarà interessante la relazione tra un nobile (perché nessuno dei sette protagonisti maschili del libro è della nobiltà) e le sue sottoposte.
– “l’anatroccolo danese”, una palese rivisitazione del “Brutto anatroccolo” di Andersen, in cui lui diventa cigno, conosce le splendide cigne che lo portano sulla loro isola paradisiaca tropicale, dove i fenicotteri, i pellicani e gli altri uccelli marini lo considereranno l’uccello più bello.
– “il cavaliere finlandese” in cui un cavaliere vuole mettere insieme le migliaia di laghi finlandesi per fondare un oceano infinito di bene, che è quello che vuole alle sue donne. Così nascerà un nuovo pianeta con un’isola paradisiaca circondata da questo oceano infinito di bene, in cui si troveranno meraviglie naturali e tutte le immaginabili fonti di felicità.