Cime tempestose di Emily Bronte. Una storia capricciosa, vendicativa ma affascinante

Oggi voglio parlarvi di un altro classico per eccellenza, “Cime tempestose” di Emily Bronte. Scommetto che in tanti lo avrete già letto ma se non lo avete fatto rimediate subito perché la fluida scrittura di Emily rapisce il lettore. (Sebbene “Jane Eyre” sia il mio romanzo preferito, tra quelli scritti dalle sorelle Bronte, ammetto che in alcuni punti risulta prolisso, da questo punto di vista “Cime tempestose” guadagna punti).

Cime tempestose di Emily Bronte. Un romanticismo ossessionato

La narrazione è molto interessante perché filtrata dal racconto che la governante Nelly Dean fa al nuovo affittuario di Trushcross Grange, Mr.Lockwood, a mio parere proprio tale espediente rende accattivante il romanzo: è come stare seduti attorno ad un caldo camino intenti ad ascoltare una storia interessante in grado di catturare la nostra attenzione.
“Cime tempestose” appartiene alla corrente letteraria del Romanticismo perché al centro di tutto c’è, o almeno sembra esserci, l’amore tra Heatcliff e Catherine.
Il paesaggio riveste un ruolo importante, non a caso il titolo stesso rimanda alla località in cui è ambientata la vicenda: la brughiera che circonda Wuthering Heights è spesso toccata da violente tempeste, metafora della passione distruttiva che tocca i due protagonisti. In effetti non siamo di fronte ad una classica storia sentimentale perché l’autrice si serve dell’amore per indagare la mente dell’individuo: ossessione, rancore, vendetta, capriccio, cattiveria sono alcuni dei termini capaci di riassumere il contenuto di “Cime tempestose”.

«Non importa quanto dovrò aspettare, purché infine riesca a vendicarmi. Spero soltanto che non muoia prima che io possa farlo».

I personaggi del romanzo non si fanno voler bene in quanto risultano alquanto detestabili: Heatcliff è assorbito dal suo desiderio di vendetta che lo porterà a maltrattare ed umiliare chiunque si ponga sul suo cammino (assurdo, ad esempio, il modo in cui si rapporta con il proprio figlio), tuttavia ritengo ben peggiore Catherine. La giovane Earnshow è molto capricciosa e perfino manipolatrice, pensa in un modo ma agisce in maniera diversa.

«Lei batté silenziosamente il piede, esitò un istante, quindi, irresistibilmente spinta dalla capricciosa malvagità che era in lei, mi colpì con uno schiaffo alla guancia, con violenza tale da riempirmi entrambi gli occhi di lacrime».

I personaggi in apparenza positivi come Edgar Linton, invece, finiscono per apparire troppo deboli e poco incisivi.

La scalata sociale

Tuttavia bisogna ricordare che il romanzo si divide in due parti: in genere è la prima parte ad essere maggiormente ricordata (complici forse anche le varie trasposizioni televisive e cinematografiche), eppure trovo la seconda fase molto più gradevole. Leggendo bene il romanzo notiamo come si ripresentino nei protagonisti delle due fasi situazioni analoghe: una signorina benestante e colta e un ragazzo rozzo e ignorante, tuttavia mentre Catherine Earnshaw darà ascolto alle convenzioni sociali, la giovane Cathy Linton vedrà al di là di esse. Di conseguenza, almeno in base al mio giudizio, credo che l’unico bel personaggio sia proprio Cathy Linton in quanto possiede un carattere ben equilibrato (cosa non scontata in questo romanzo) e tenacia.
Naturalmente Heatcliff rimane pur sempre il personaggio più importante nonché il più discutibile di tutta la storia; avrei voluto capire meglio come il piccolo Heatcliff (povero e trasandato) arrivi nella vita del vecchio Earnshaw perché su questo punto l’autrice è poco chiara: alcuni critici sostengono addirittura la possibilità che possa essere un figlio bastardo del vecchio Earnshaw.
Il modo duro e superficiale in cui verrà trattato per le sue umili origini lo spingono a riscattarsi diventando ricco (ci riesce ma probabilmente in maniera illegale) ma il suo carattere non si arricchisce affatto, infatti peggiora sempre più. L’ossessione per Catherine lo induce ad essere vendicativo e le sue azioni sono sempre mosse dalla cattiveria e dalla perfidia; il suo comportamento tocca punte di follia, elemento che accomuna pure altri personaggi del romanzo. Emily Bronte ha cominciato ad esplorare l’animo umano attraverso le azioni e i comportamenti dei suoi personaggi offrendoci una storia credibile, sebbene a tratti crudele e attorniata da un pizzico di terrore gotico.

«Signor Heatcliff, non avete nessuno che vi ami; e, per quanto possiate farci soffrire, avremo sempre la gioia di pensare che la vostra crudeltà nasce dalla vostra maggiore sofferenza!».