Il respiro delle stelle di Mara Porta. La lotta artistica per affermarsi nei sogni e nella vita

Un delicato romanzo analizza un momento di svolta nella vita della giovane Marie: durante la stagione estiva, il periodo dell’anno più vitale, la ragazza conosce l’amore vero e impara a seguire i suoi sogni, soprattutto quello per la pittura che la porta a conoscere un artista di spicco, un pittore complesso e angustiato, ma un vero genio con i pennelli: Vincent Van Gogh.

«Vincent invece era “quello”, era il suo pennello, era i suoi colori e i quadri erano la sua più intima espressione».

Il respiro delle stelle di Mara Porta. Uno stile pieno di garbo

La vicenda del romanzo si svolge prevalentemente ad Arles, una deliziosa cittadina della Provenza francese, famosa per aver visto il tormentato soggiorno del pittore olandese Vincent Van Gogh; qui il pittore sarà molto ispirato, ma allo stesso tempo avrà numerosi problemi, per esempio la complicata convivenza con l’artista Paul Gauguin e la diffidenza manifestata nei suoi confronti da gran parte degli abitanti di Arles.
In questo contesto Mara Porta inserisce abilmente la sua dolce e tenace protagonista Marie; anche lei sogna un giorno di poter diventare una famosa pittrice, è pronta a qualunque sacrificio pur di realizzare il suo sogno al punto da fingere di essere un ragazzo pur di vivere indisturbata nella grande città. Ad Arles conoscerà Van Gogh e tra i due nascerà una profonda amicizia fatta di rispetto, fiducia e saggi consigli.
La vicenda, inevitabilmente, pone in primo piano la delicata questione femminile; lo stile dell’autrice è semplice ma garbato ed evocativo, soprattutto quando si tratta di descrivere colori, sapori e atmosfere che sottolineano i momenti più importanti della narrazione, mi piace sottolineare il modo in cui parla del colore ocra:

«L’ocra puro, quello che permette di creare col pennello la calda atmosfera e il colore della terra nei quadri».

Il mare d’estate

Due costanti presenti nel romanzo, a mio parere molto importanti, sono l’estate e il mare; l’estate è la stagione più vivace dell’anno, il periodo che meglio rappresenta l’ardore giovanile, il momento propizio per i sentimenti. La storia d’amore tra Marie e Jérôme forse, estratta dal contesto del romanzo, non contiene niente di particolare perché si tratta di un amore pulito che si consolida nel tempo e che non vive veri e propri ostacoli, tuttavia è speciale perché spinge la protagonista a non rinnegare il suo essere donna. Ogni fanciulla ha il diritto di realizzare i propri sogni senza dover negare la sua essenza e senza dover rinunciare all’amore, non deve scegliere fra le due condizioni ma può e deve essere libera di essere tutto quello che vuole, proprio come farebbe un uomo. Da qui arriviamo alla presenza simbolica del mare: da sempre l’uomo lo ama perché lo ritiene un luogo puro in cui sentirsi libero, senza imposizioni di alcun tipo e questo è uno degli obiettivi fondamentali che deve raggiungere la nostra Marie, una fanciulla che avrà a che fare con l’infinità del mare molto spesso.

«Ascoltavo il rumore del mare, riempivo i polmoni di aria pulita, libera dalle costrizioni che mi ero autoimposta e libera di perdermi con lo sguardo nell’infinito».

Ho apprezzato moltissimo il modo in cui Mara Porta ha intrecciato le vicende di Marie con quelle veritiere di Van Gogh, un grande genio della pittura mondiale che, purtroppo, in vita si è visto molto spesso deriso e incompreso, ma che comunque proprio ad Arles ha dipinto molti tra i suoi quadri più famosi.
Infine c’è un mistero che riguarda la famiglia di Marie, se volete sapere di cosa si tratta io vi consiglio di leggere subito questo delizioso romance dalle sfumature artistiche, edito dalla Blueberry edizioni.
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«Da lassù si vedeva la sabbia dorata bagnata dal mare che da turchese sfumava nel blu scuro all’orizzonte e, alle nostre spalle le distese viola dei campi di lavanda. Il sole stava per scendere, il cielo si era tinto di rosso, i nostri sguardi erano catturati dal tramonto».