Il segreto di Sissi di Emily Pigozzi. Un desiderio di libertà nascosto dietro una maschera

Il Carnevale è la festa che ci permette di essere liberi e leggeri almeno per poche ore e non fa alcuna distinzione di ceto. Solo una sera di Carnevale Sissi, l’imperatrice più famosa di tutti i tempi, ha provato il brivido di sentirsi una persona comune, felice e libera perché lontana dalla sua gabbia dorata.

«È la magia del martedì grasso: tutti possiamo tramutarci in qualcosa. Inseguire una favola, anche se per una sera soltanto».

Il segreto di Sissi di Emily Pigozzi. Un armonioso incontro di storia e finzione

Questo romanzo, attraverso la sua scrittura piacevole, intreccia le vite di due personaggi femminili diversi eppure simili: l’imperatrice Sissi e la giovane gitana Edith; un personaggio storico, reale e documentato, un altro fittizio ma verosimile.
Il principale punto di forza della storia, infatti, risiede nel miscuglio armonioso di storia e finzione attuato dall’autrice: chi ha letto le varie biografie dedicate al personaggio di Elisabetta di Wittelsbach si renderà conto di come Emily Pigozzi abbia saputo ritrarre alla perfezione la vera essenza di Sissi, uno dei personaggi storici più amati ma anche più controversi di tutti i tempi.
Una donna che si sente incatenata e prigioniera nel suo ruolo di imperatrice, una persona che si è sempre sentita beffata dal suo destino, in apparenza radioso: essere scelta come sposa dall’imperatore di uno dei regni più potenti dell’Europa dell’ottocento poteva essere soltanto la più grande delle fortune, ma per Sissi non è stato affatto così. Quell’amore suscitato in lei, appena quindicenne, si è trasformato nella sua più grande infelicità portandola a sentirsi incompresa, sola e perennemente malinconica.

Una maschera libera

In questo romanzo ci si sofferma molto su un avvenimento storico realmente accaduto durante il carnevale del 1874: sotto mentite spoglie, Sissi partecipa in incognito alla festa del martedì grasso perché per una volta sente l’esigenza di sentirsi libera, non a caso, all’interno del libro, ritorna spesso la metafora del gabbiano presente in molti versi composti dalla stessa imperatrice:

«Sono come un gabbiano lontano dal mare. Triste, e perennemente in cerca di qualcosa. Grido ma nessuno mi ascolta».

Edith, invece, è una giovane ragazzina ungherese priva di genitori e abbandonata dagli unici parenti che le sono rimasti; un giorno, ormai sola e priva di forze, si imbatte in quel di Gӧdӧllӧ, la corte ungherese in cui era solita risiedere Sissi quando si recava in Ungheria, una terra molto amata dall’imperatrice, un luogo in grado di rievocarle i più teneri ricordi legati alla sua infanzia bavarese.
Edith e Sissi sono due donne molto diverse, distanti anche socialmente, eppure si instaurerà un profondo legame tra le due. Edith, in un certo senso, è lo specchio di Sissi perché Edith, pur essendo nata povera e pur avendo molto sofferto nella prima parte della sua vita, è libera di essere ciò che è veramente e non è costretta a indossare una maschera come deve fare Sissi tutti i giorni della sua vita, paradossalmente Sissi è sé stessa proprio quando indossa una vera maschera, quella della misteriosa e seducente Gabriella.
La vera ricchezza di Edith è la sua libertà, ad ogni modo si porta dietro un passato doloroso, riuscirà a liberarsene davvero per guardare fiduciosa verso il futuro? E riuscirà a realizzare i suoi sogni?

«Il passato è una terra lontana. A volte è dolce […] può sembrarci migliore, oppure una condanna. Non possiamo scegliere, né tormentarci. Ma possiamo lasciarlo indietro. La vita trova comunque il modo di farsi strada».

Vi consiglio davvero di leggere questo romanzo, è stata una piacevole scoperta: se amate il mito di Sissi adorerete questo libro, ma vi conquisterà moltissimo pure per la storia di Edith.