Volevo solo salutarti di Raffaele Sciannimanico. Trovare il tempo di rimediare alle proprie colpe

Quante volte ognuno di noi si sarà chiesto “Se solo potessi tornare indietro?” È normale, in alcuni momenti della nostra vita, interrogarsi sul presente ripensando al passato: molto spesso siamo convinti che se ieri avessimo agito in un modo oggi, forse, saremmo più soddisfatti. Ma è davvero così? È giusto lasciarsi condizionare solo dalle scelte passate? Cerchiamo di scoprirlo con il romanzo d’esordio di Raffaele Sciannimanico, “Volevo solo salutarti”

«Passai l’estate in cui dovevo prepararmi all’esame a inseguire il suo fantasma e poi a inseguire il mio. Questa è la mia condanna: nuoto verso il passato trascinato dalla corrente del futuro».

Volevo solo salutarti di Raffaele Sciannimanico. Le colpe dell’essere umano

L’autore sceglie di far narrare la storia del suo romanzo direttamente al protagonista, un protagonista di cui non conosciamo né nome, né alcun tratto estetico rilevante; è una scelta voluta per rendere il personaggio principale simile a ognuno di noi, in effetti chiunque leggerà questo libro si potrà immedesimare facilmente in lui, nei suoi rimpianti, nelle sue paure o ancora persino nelle sue colpe.

«Non riusciamo mai a prenderci le piene responsabilità delle nostre colpe, sono sempre troppo pesanti per le nostre spalle e quindi creiamo dei sostegni che possano dividere la colpa con noi, sostegni fatti di persone o situazioni che incolpiamo pei i nostri errori».

Il tema della colpa aleggia su gran parte del romanzo, del resto è qualcosa con cui tutti noi siamo spesso in contatto: se qualcosa non ci soddisfa nella nostra vita incolpiamo sempre le varie avversità incontrate nel tempo, o peggio ancora gettiamo le nostre frustrazioni sui comportamenti altrui. Anche la psicologia spiega tranquillamente tale fenomeno: se abbiamo successo e tutto procede per il meglio è solo ed esclusivamente merito nostro, altrimenti è sempre colpa degli altri. In fondo è un modo per alleggerire la coscienza perché l’uomo è un essere fragile, pertanto ha bisogno di condividere i suoi timori e alleggerire i suoi errori.

Il controverso legame con il tempo

La colpa, ben presto, si intreccia con il tema del tempo, infatti il romanzo presenta una sorta di viaggio nel tempo; non posso anticipare cosa succederà ma, suppongo, tutti noi vorremmo farne uno almeno una volta nella vita. Siamo convinti che, tornando indietro, certi eventi non si verificheranno o, magari, faremo scelte più sagge per la nostra felicità.
Il desiderio di manipolare il tempo è uno dei sogni intramontabili dell’essere umano, tuttavia l’autore ci pone un’altra importante domanda: “davvero tornare indietro ci renderà più felici? Si può evitare sempre la sofferenza?
La riflessione sul tempo, inoltre, ci induce a meditare su come lo utilizziamo anche nel nostro presente: spesso siamo assorti da tanti impegni, per questo motivo finiamo per essere poco presenti nelle vite delle persone che ci vogliono bene, oppure finiamo per investire l’altro con tutti i nostri problemi, pensando di averne solo noi, quando invece chi ci sta di fronte potrebbe averne di peggiori e si aspetterebbe una parola di conforto da noi.
Purtroppo l’essere umano è spesso molto egoista da questo punto di vista, per cui ritengo che un altro messaggio importante di questo romanzo sia quello di imparare a utilizzare il tempo nel nostro presente al fine di evitare di nutrire rimpianti per il passato rendendoci poco sicuri nel cammino verso il futuro.

«Sfogarmi con lei dei miei problemi era una sorta di dipendenza, ogni volta che tornavo dall’aver parlato con lei, mi sentivo libero, quasi purificato. Era come se riversassi su di lei dando per scontato che lei potesse smaltirli. Se solo avessi ascoltato le parole che mi strillavano i suoi silenzi».

Attorno al protagonista ruotano alcuni amici e compagni di classe, ognuno di loro possiede una storia diversa e ben definita che porterà il lettore ad affrontare ulteriori tematiche come il bullismo, la violenza domestica o le difficoltà di imporsi come vincenti nella società; è un romanzo delicato e potente, scritto in maniera semplice con un finale dolcissimo e commuovente che vi consiglio di leggere al più presto, è una di quelle letture in grado di coinvolgere totalmente il lettore.

«Cerca nel tuo cuore il perdono che io non riesco a darti. Non posso svegliarmi […] Mi basterebbe un secondo per poter ricambiare a quella bugia che tu mi dici sempre quando entri nella mia stanza. “Volevo solo salutarti”».

Quattro chiacchiere con… Raffaele Sciannimanico

Come ti sei avvicinato al mondo della scrittura?
É successo quando ero bambino: ho scoperto l’amore per le storie che si è immediatamente tradotto nella passione per inventarle. Ovviamente ho dovuto impegnarmi molto per rendere ciò che buttavo su carta fruibile anche a chi leggeva, ma ciò che faccio ora non è diverso da ciò che facevo da bambino. Solo con meno disegni.

Cosa ti ha ispirato per la stesura del tuo primo romanzo “Volevo solo salutarti”?
Soprattutto mi hanno ispirato i discorsi fatti tra amici, discorsi colmi di ciò che il romanzo vuole raccontare. Ho avuto tempo e modo di elaborare ciò che avevo ascoltato dai miei coetanei. Una generazione che deve fare i conti con un mondo che non è quello che gli è stato raccontato e che deve adattarsi a una realtà che per molti può sembrare deludente.

Secondo te, qual è il punto forte del tuo romanzo?
Credo che sia la possibilità di immedesimazione. Ho voluto eliminare qualsiasi tratto estetico al protagonista se non alcuni molto comuni e funzionali alla storia. Ho preferito far sentire la voce del protagonista come propria dal lettore. Se questo avviene, ho raggiunto il mio obbiettivo.

Ti è mai capitato di pensare, «se solo potessi tornare indietro cambierei…?»
Continuamente ma, a differenza del protagonista del libro, non ho vissuto eventi così traumatici, per fortuna, e sono arrivato alla conclusione che quanto di buono ho nel mio presente lo devo alle scelte che ho fatto e non ci rinuncerei per nulla al mondo.

Come lettore, cosa ami leggere? Hai un autore o un genere preferito?
Sarò banale, ma il mio autore preferito è Tolkien. Ammiro la profondità sconfinata dei livelli di lettura del “Signore degli Anelli” e la capacità di aver creato un universo unico che ha influenzato l’immaginario collettivo di milioni di persone nel corso dell’ultimo secolo.

Hai in cantiere nuovi progetti di scrittura? Se si, puoi anticiparci qualcosa?
Ho terminato la stesura del mio prossimo romanzo e ora inizia il noioso, ma necessario, percorso di rilettura, eliminazione e ampliamento dei capitoli. Ho voluto affrontare nuovamente il tema del tempo ma questa volta in maniera diversa. Mi piacerebbe realizzare una trilogia tematica sul tempo, ovvero una serie di tre romanzi, slegati nella trama ma che affrontino tutti e tre questo tema.
Poi il mio sogno sarebbe anche realizzare un’opera fantasy. Ne ho strutturata una ma per ora non mi ci voglio concentrare totalmente. Al momento ho la fortuna di potermici accostare sono quando sono carico di ispirazione, per adesso ho scritto i primi capitoli. Un giorno, chissà.

Ringrazio l’autore per avermi permesso questa collaborazione, trovate “Volevo solo salutarti” in formato cartaceo e in formato e-book su Amazon.

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