Lacrime in bottiglia di Federica Montalbano. Una dolce malinconia ci insegna tanto sulla vita

La lettera, da sempre, è quella forma d’espressione che consente al suo mittente di mettere a nudo i suoi sentimenti, permettendogli di manifestare le sue idee, le sue gioie e i suoi timori senza restrizioni.
Tutto questo succede anche all’autrice delle brevi lettere contenute in “Lacrime in bottiglia”: un condensato spontaneo di emozioni che, attraverso i ricordi legati a singole persone, mettono in evidenza tematiche tipiche della nostra società.

«Passerà come passa tutto. Ma so che è stato bello. E le cose belle, sono belle sempre».

Lacrime in bottiglia di Federica Montalbano. Storie personali ma universali

Il libro di Federica Montalbano si presenta, fin dall’inizio, delicato e molto profondo; ogni lettera è destinata a una persona la quale, in qualche modo, è stata legata a colei che scrive: un’amica, un primo amore, una persona conosciuta per poco tempo. Ciò che conta davvero non è il destinatario specifico delle lettere ma il contenuto presente in esse. Da ogni missiva vengono fuori storie e situazioni che possono riguardare chiunque di noi, per questo possiedono un valore universale.
L’autrice lascia fluire le parole con disinvoltura facendoci commuovere tanto ma anche sorridere. Leggendo le lettere si comprendono non solo i legami che hanno unito mittente e destinatario, ma anche tante situazioni o stati d’animo sempre presenti nella vita dell’essere umano: la paura di amare, il desiderio di evadere da un paese o da una città divenuti troppo stretti, la smania di seguire le mode per omologarsi a tutti gli altri rischiando di smarrire la propria personalità, o ancora il timore di affrontare la vita da adulti.

«Ogni singola cosa è moda e tu pretendi di seguirle tutte […] Non sai ancora che un giorno pretenderai di essere diverso».

Ci sono poi anche i rimpianti che rischiano di farci sentire in colpa; a volte presi dai tanti impegni o semplicemente dal bisogno di assaporare le gioie della vita, fosse anche una semplice giornata di sole, non capiamo fino in fondo il malessere di un’altra persona a noi vicina. E con il tempo si fanno sentire i rimorsi, ma l’essere umano non è né perfetto né onnipotente, non è in grado di prevedere o di evitare tutto; tuttavia apprezzo molto un passo di “Lacrime in bottiglia” in cui si dice che anche i ricordi brutti meritano di essere rievocati. Può sembrare assurdo ma molto spesso è grazie a essi che si possono assaporare meglio gli avvenimenti piacevoli; anche perché la vita non è fatta solo di bei momenti, a pensarci bene forse sono più i momenti bui e malinconici a dominare la nostra esistenza.

Massime da lettera

Allo stesso tempo le lettere contengono delle massime valide per tutti noi e per le nostre esistenze, pensieri che ci spronano a guardare la vita con ottimismo; questo rende il libro un testo dal valore universale perché ci renderemo conto che, pur cambiando i nomi dei destinatari, quanto contenuto nelle missive è sempre vero, fortemente attuale e attinente alle nostre vite.

«Poi tutto torna come prima ma non è più la stessa cosa».

«Vorrei ricordarti che non si può tornare indietro, ma si può sempre andare avanti».

«Vorrei ricordarti che la felicità non è una truffa e arriva quando meno te lo aspetti, anche se sei già caduto tante volte».

Infine, mi ha colpita molto la scelta della cara vecchia lettera cartacea come motore del libro, nonostante la nostra epoca sia ormai piena zeppa di tecnologia e messaggi istantanei; appunto, si tratta di messaggi veloci, letti quasi in maniera distratta, al contrario la lettera mantiene un fascino inalterato nel tempo, inoltre sempre fedele conserva le nostre parole, i nostri pensieri, i nostri dolori, le nostre speranze.

«Forse già lo sai, ma non tutte le paure nascondono sempre lati negativi».

Quattro chiacchiere con… Federica Montalbano

Quando hai capito di doverti cimentare nel mondo della scrittura?
Effettivamente non ricordo quando è stata la prima volta in cui mi sono messa a scrivere, ma ricordo che quando per gli altri bambini provare a creare una storia era solo un compito noioso per me, invece, era il momento migliore della giornata. Penso di averlo compreso davvero per la prima volta diversi anni fa, quando andavo in terza media: ricordo che avevo dovuto svolgere un compito di scrittura creativa e alla fine la mia professoressa di allora mi ha in un certo senso “aperto gli occhi” su quanto io amassi scrivere; prima di allora avevo visto la scrittura solamente come uno sfogo.

Quali aggettivi sceglieresti per definire il tuo romanzo, “Lacrime in bottiglia”?
Travolgente, inclusivo, profondo.

Quale messaggio speri di comunicare a tutti coloro che leggeranno “Lacrime in bottiglia”?
Più che comunicare, spero che chi leggerà il mio libro riesca a comprendere determinate dinamiche che alcune volte non ci sono chiare finché non le guardiamo con occhi diversi. I temi trattati sono differenti, per questo spero che immedesimarsi sia spontaneo.

Perché hai scelto proprio la lettera come perno del tuo libro?
Perché, anche se ormai siamo sempre attaccati ai cellulari, io ho sempre amato scrivere lettere. La mia migliore amica ne custodisce una scatola intera, il mio compagno le sta, pian piano, accumulando tra i cassetti; mia figlia non sa ancora neanche leggere o parlare ma ne ha già alcune conservate per quando arriverà il momento. Si può dire che è il mio modo di esprimermi, per cui era arrivato il momento di dare una casa a tutte quelle lettere che vagavano ancora da qualche parte.

C’è un personaggio storico, letterario o comunque celebre, del passato o del presente, a cui vorresti scrivere una lettera? Cosa gli vorresti dire?
È molto scontato e, forse, un po’ un cliché ma sarebbe bello scrivere una lettera a Van Gogh in riferimento alle lettere scambiate con il fratello Theo.

Come lettrice, quali sono i tuoi libri preferiti?
Il mio libro è sempre lo stesso da tantissimi anni: “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery.
Ho amato tantissimi libri fino a ora e la lista di quelli da leggere è ancora lunga, ma mai nessuno più di questo libro.

Hai già qualche progetto riguardo un tuo prossimo libro?
In effetti sì! Al momento sto scrivendo un romanzo del genere post apocalittico, qualcosa di totalmente diverso dalle lettere.

Dolce e malinconico, così infine definirei “Lacrime in bottiglia”; tutti noi ogni tanto abbiamo bisogno di immergerci in questo tipo di letture, in apparenza semplici ma in grado di insegnarci tanto.
Ringrazio l’autrice per l’intervista e per avermi permesso questa collaborazione, ricordo che potete trovare il libro su Amazon in versione cartacea e in versione e-book.