L’occhio della Moira di Robin Gale. L’occhio del mistero corre in aiuto della ragione

Strane morti, segreti dolorosi , il mondo dell’occulto e antiche leggende si intrecciano nel nuovo urban fantasy, edito da Blueberry fantasy edizioni; stiamo parlando dell’intrigante romanzo scritto da Robin Gale, “L’occhio della Moira”.

«Elinor era una medium […] lei “vedeva” oltre lo specchio del mondo dei viventi, osservava e percepiva la realtà a cavallo fra la vita e la morte».

L’occhio della Moira di Robin Gale. Accuratezza leggendaria

La storia, che si svolge in un quartiere degradato ai limiti della legalità, ha inizio quando il sensitivo Charles Volkov contatta la medium Elinor Beckett per scoprire cosa si cela dietro la morte violenta della strega Miranda, avvenuta nel corso di una seduta spiritica. Ben presto, Elinor scopre che la suddetta seduta ha aperto le porte a un’entità malvagia molto pericolosa per il mondo, un’essenza da eliminare immediatamente. Ci riuscirà? Non sarà affatto semplice, soprattutto quando i ricordi dolorosi del suo passato riaffioreranno violenti e prepotenti.

«Il giro di uomini in casa, quando papà non c’era, mi aveva già dato modo di imparare quanto l’animo umano fosse così vile e senza pudore».

I capitoli del romanzo si presentano lunghi e dettagliati in ogni sfaccettatura; soprattutto l’ambientazione, quasi sempre notturna e fatiscente, è resa in maniera accurata, talmente bene da apparire quasi “affascinante” dando l’impressione di ricordare le più cupe storie thriller. In effetti, di thriller si può parlare anche per “L’occhio della Moira”, dove si intreccia con un’inquietante leggenda che vede protagonisti tre fratelli, stregoni caraibici vodun devoti alla magia haitiana e ai Loa, spiriti intermediari tra il loro creatore, Bondye, e gli esseri umani.
Secondo le fonti, la tradizione cattolica bandì, nel corso del Settecento, le pratiche vuduiste in quanto ritenute demoniache. Tuttavia non è certo che, almeno in origine, tutto questo fosse vero dal momento che il Cattolicesimo ha sempre visto con diffidenza i culti altrui.
Basti pensare ai molti trattamenti atroci che gli Spagnoli colonizzatori, nel corso del Cinquecento, riservarono agli Indios del Nuovo Mondo colpevoli di praticare loro culti e di non comprendere il significato della Bibbia (non capivano perché non conoscevano ancora la lingua spagnola per ovvie ragioni), in nome della superiorità del Cattolicesimo.

Denigrare ciò che non si comprende

Pur alternandosi nella storia diversi personaggi, indubbiamente a dominare la scena è l’interessante personalità di Elinor, una medium soprannominata più volte, credo volutamente, strega.
In realtà Elinor non è affatto una cattiva persona, cerca di utilizzare il suo potere, o sarebbe più corretto chiamarlo dono, per fini utili, tuttavia la società che la circonda le riserva solo diffidenza etichettandola in maniera negativa.
Torna, quindi, ancora una volta il tema della diffidenza mostrata dalla gente comune, o sarebbe meglio dire dalla maggioranza delle persone, verso l’occultismo.
In genere medium o sensitivi vengono sempre etichettati in maniera negativa, considerati fuori di testa oppure ciarlatani e truffatori; sicuramente non è raro sentire di alcuni casi in cui medium o sensitivi abbiano tentato di estorcere denaro approfittando della debolezza di qualcuno, ma non si può generalizzare tale comportamento per tutti.
Nel mondo, in fondo, esistono parecchi misteri, ma non sempre la scienza e la ragione riescono a decifrarli.

«Ci internerebbero da qualche parte. La mente umana è assai limitata per accettare simili rivelazioni, esattamente come non permettono alle leggende di mescolarsi a ciò che è reale».

A mio parere l’autore, oltre a proporci una trama stuzzicante e coinvolgente, credo abbia voluto mettere in luce proprio il pregiudizio verso tutto ciò che appare poco conosciuto o seguito da una minoranza della popolazione; l’idea comune è quella di far apparire ciò sbagliato a priori, ma è davvero sempre e comunque così?

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