L’assassino dei confetti di Laura Parise. Un thriller matrimoniale dalle sfumature psicologiche

Ci sono eventi traumatici che cambiano per sempre la mente di una persona rendendola persino ossessionata e disposta a concepire il male assoluto.
Così mi piace introdurre il giallo dalle sfumature thriller di Laura Parise, L’assassino dei confetti.

«Ci sono molti coniugi che non accettano il divorzio e ne fanno una malattia, fomentano i propri figli nei confronti dell’altro genitore portandoli anche ad un odio smisurato per quest’ultimo».

L’assassino dei confetti di Laura Parise. Tra incantevoli scenari e denuncia del consumismo

Nella suggestiva cornice francese, più precisamente presso la natura selvaggia della Bretagna e presso le incantevoli scogliere di gesso bianco presenti in Normandia, il capitano Madeline Bontal e il tenente Nicolas Cressiè indagano sulle misteriose morti di sposi prossimi alle nozze. Sulla scena del crimine vengono lasciati, accanto ai cadaveri, un biglietto d’invito e cinque confetti: elementi comuni che fanno subito pensare a un serial killer.
Chi può desiderare così tanto le morte dei futuri sposi uomini?
Il giallo scritto da Laura Parise si caratterizza subito per le sue atmosfere soft, nonostante si susseguano diversi omicidi, niente è mai descritto in maniera troppo cruda, di conseguenza questo romanzo può essere un ottimo inizio per chi, magari, si sta accostando al genere giallo per la prima volta.
Da non sottovalutare lo sfondo della storia, ben descritto attraverso immagini semplici ma molto evocative:

«La vallata verde in netto contrasto con il blu del mare e il bianco delle scogliere è una visione spettacolare».

Un aspetto interessante del romanzo è quello relativo al business che circola attorno all’organizzazione dei matrimoni: per un giorno importante come questo è normale che tutti pretendano il meglio, tuttavia in alcuni casi forse si esagera un po’ come accade nella scelta di più di un abito da sposa per un solo giorno di festeggiamenti.
L’autrice sottolinea questo aspetto in maniera sottile ma quanto basta per far riflettere sull’interminabile consumismo che circola attorno alla nostra esistenza, specialmente per l’organizzazione di un matrimonio.

«Abiti, regali e tutto quello che gira intorno al business del matrimoni hanno raggiunto cifre talmente esorbitanti da mandare in rovina chiunque. E la gente non lo capisce!».

La resa dei personaggi

I due personaggi principali, il capitano e il tenente, sono ben caratterizzati: entrambi seri e dediti al lavoro ma pronti anche a ironizzare al momento giusto; mi piace sottolineare che l’autrice non è caduta nel solito cliché che porta a far innamorare, o semplicemente invaghire, un collega per l’altro.
Madeline e Nicolas sono molto affiatati sul lavoro e sono amici al di fuori della polizia, però hanno entrambi la loro vita privata e sono abbastanza sereni con i loro partner. Nicolas, in particolare, ha anche delle figlie e sa essere molto dolce e spiritoso.
Non mi dispiacerebbe vedere Madeline e Nicolas impegnati in un’altra indagine approfondendo in parallelo le loro vite, inoltre è da apprezzare che Madeline ricopra un ruolo professionale di solito svolto da un uomo; comanda, dunque, su una squadra formata soprattutto da uomini che svolgono bene il loro lavoro rispettosi del loro capo donna, elemento non sempre scontato.
Senza dubbio è definito molto bene anche il serial killer, naturalmente conosceremo la sua identità solo alla fine ma, capitolo dopo capitolo, lui stesso si analizza e ci spiega perché sta agendo in un determinato modo.

«”Le donne sono tutte traditrici” aveva sentito dire da qualcuno “meritano di essere lasciate all’altare altro che essere sposate”».

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Aspiranti detective, pronti a scoprire chi tinge di rosso morte i bianchi confetti?

Vi lascio, infine, anche il link al blog dell’autrice del libro: https://laurapariseblog.wordpress.com/