Le piccole libertà di Lorenza Gentile. Un viaggio in grado di rivelare la propria essenza

“Le piccole libertà” di Lorenza Gentile è un romanzo piacevole e curioso, forse per certi aspetti eccentrico come molti dei personaggi che la protagonista Oliva incontrerà tra pagine del libro ma proprio questa caratteristica rende il libro particolare.

Le piccole libertà di Lorenza Gentile. Verso la Parigi bohémienne

Oliva, la protagonista, vive a Milano e nonostante in apparenza conduca una vita perfetta è continuamente in preda all’ansia, forse perché la sua esistenza va bene secondo gli schemi di chi la circonda ma non dei suoi; un giorno riceve un biglietto da parte della stravagante zia Vivienne: la donna invita la nipote a raggiungerla a Parigi dandole appuntamento nella libreria Shakespeare and company. Oliva parte ma Vivienne non si presenta, tuttavia nella libreria sono presenti altre persone pronte a sostenerla in attesa dell’arrivo della zia. Zia e nipote si incontreranno? Inoltre di quali segreti famigliari Vivienne è a conoscenza?
L’autrice ambienta la sua storia a Parigi ma protagonista non è soltanto la Parigi dei monumenti rinomati, quella sempre al centro dell’attenzione. C’è una Parigi meno centrale ma non per questo meno affascinante, è una città più autentica perché alla portata di tutti e l’autrice è molto brava con le descrizioni e i dettagli dei luoghi:

«L’insegna del Café de Flore spicca in mezzo a fioriere sospese straripanti di verde. Il perimetro del locale è delimitato da tavolini tondi con sedie impagliate rosse e bianche; all’interno, l’arredamento prevede gli iconici divanetti rossi imbottiti di tutti i caffè parigini, i tavolini di mogano e le applique rétro; gli avventori sono turisti, coppie al primo appuntamento, uomini e donne con il giornale aperto e romantici che scrivono su un taccuino».

Le vicende di Oliva e degli altri personaggi sono circondante dai libri e da tanto amore per la letteratura, già solo questo farà innamorare un lettore di questo libro.

Vivere una vita personale e autentica

L’andamento del romanzo è incalzante perché di pagina in pagina il lettore si chiede quando avverrà l’incontro tra zia e nipote e quali sono i segreti di cui Vivienne intende parlare ad Oliva, tuttavia il vero punto di forza della storia è l’influenza che il breve viaggio avrà sull’intera esistenza di Oliva.
Da sempre il viaggio è un tema letterario in grado di permettere ai personaggi di riflettere sulla propria esistenza e di capirne l’essenza, da questo punto di vista “Le piccole libertà” può insegnare davvero tanto perché invita ogni persona a guardarsi dentro per cogliere prima di tutto ciò che veramente ama fare, quante persone nella vita svolgono una professione inappagante e rinunciano ai loro sogni? Certamente i sogni hanno un loro costo ed è molto complicato realizzarli anche solo in parte ma alla lunga sono ciò che rende felice una persona.

«Avere una passione ti fa sentire vivo, ti dà una ragione per stare al mondo, è una risorsa cui puoi attingere sempre. Credimi, è meglio avere una passione e non sentirsi all’altezza, piuttosto che non averne affatto e vivere una vita piatta, banale».

Il romanzo incita ad avere il coraggio di vivere la propria vita senza farsi influenzare dagli altri, parenti o estranei che siano. Capita a tutti, almeno una volta nella vita, preferire di compiacere gli altri soltanto per non sentirsi giudicati o peggio ancora derisi:

«molti di noi vivono vite che non sono la loro. Cerchiamo di essere la versione perfetta di noi stessi. In questo caso, il nostro destino quale potrà mai essere, se non quello di qualcun altro?».

Questo tema mi ha fatto venire in mente il grande Pirandello con la sua teoria filosofica della maschera e del volto: nella vita bisogna avere il coraggio di gettare la maschera che la società ci ha cucito addosso per mostrare il nostro vero volto ed essere liberi e autentici. A mio parere, infatti, qualcosa di filosofico e di pirandelliano c’è pure nel romanzo della Gentile:

«C’è una sola cosa a cui sono rimasta sempre fedele: la mia libertà. Anche se voleva dire passare la vita da sola. Anche quando significava non essere capita, venire rifiutata, ferire gli altri».

Tutte queste argomentazioni spero vi bastino per leggere “Le piccole libertà” il cui finale, tra l’altro, vi stupirà parecchio.