Luce della notte di Ilaria Tuti. Un sogno reale che affonda le radici nel male dell’umanità

Teresa Battaglia è una donna di grande sensibilità, riesce a vedere anche dove gli altri non scorgono nulla, per questo tutti, anche i più diffidenti, alla fine si fidano di lei.

«”Perché preferisce scrivere?” “Perché si ricordano meglio le cose che si scrivono”».

Luce della notte di Ilaria Tuti. Determinata sensibilità

Luce della notte inizia con il racconto di Chiara, una bambina affetta da una malattia genetica rara che le impedisce di stare esposta alla luce del sole; Chiara, abituata alla solitudine e alla derisione, è ultimamente tormentata da un incubo: nei pressi di un albero ha visto lo scheletro di un bambino, ma è davvero soltanto un brutto sogno oppure si cela dietro qualcosa di reale?
Il racconto di Chiara sembra soltanto una fantasia, almeno lo credono tutti eccetto Teresa Battaglia. Luce della notte è il terzo volume con protagonista il commissario Battaglia, tuttavia per me è il primo libro che leggo eppure mi ha già conquistato la forza del personaggio principale. Teresa, a differenza di altri suoi colleghi cartacei, è già una donna matura che sta assistendo alla comparsa dei primi sintomi dell’Alzheimer, da qui deriva la forte esigenza di affidarsi alla scrittura perché si fa concreto e necessario il bisogno di imprimere ogni singolo appunto per non dimenticare. E dimenticare fa molta paura agli esseri umani, così come cambiare perché la diversità spaventa l’umanità.

«Nel nostro lavoro a volte siamo costretti a rinnegare l’emotività, per applicare la legge. I sentimenti non sono contemplati nel manuale, ma […] ma cerchiamo comunque di restare umani e di trattare gli altri come tali».

Inoltre Teresa non condanna a priori i colpevoli; cerca di capire a fondo il perché di certi gesti e comportamenti ma, soprattutto, mi ha colpito la sua determinata sensibilità nell’arrivare al cuore delle persone, non solo in quello dei bambini ma anche in quello di persone adulte che hanno perso ogni speranza nella vita.
Mi piace molto anche il rapporto che Teresa ha instaurato con il giovane ispettore Marini: chi non conosce i personaggi, a primo impatto, potrebbe pensare che tra i due ci sia quasi del tenero per il loro modo di fare e punzecchiarsi; in realtà credo sia qualcosa di più, forse un legame quasi filiale. Entrambi custodiscono qualcosa di doloroso che vive nel loro passato e sarebbe interessante vedere ciò approfondito nei prossimi libri.

 

Una terra storica e variegata

Ho amato lo stile semplice e poetico di Ilaria Tuti in Fiore di roccia, romanzo ambientato durante la Prima guerra mondiale e devo dire che lo stesso stile coinvolgente l’ho ritrovato tra le righe di Luce della notte. Amo molto l’ambientazione friulana, una terra di confine che ha visto il miscuglio di popoli e razze da sempre. Anche in questo romanzo, leggendo, vi ritroverete immersi nel passato non tanto remoto, quello della sanguinosa guerra in Bosnia, e nella storia dolorosa dell’umanità, ma sempre in maniera delicata come è tipico della scrittura di Ilaria Tuti e come è peculiare del modus operandi di Teresa Battaglia.
Infine, la descrizione dei paesaggi e dei particolari rendono ancora più accattivante la lettura. Vi consiglio la lettura di questo romanzo e magari, in un secondo tempo, di recuperare tutti i testi con protagonista Teresa Battaglia editi dalla casa editrice Longanesi: Fiori sopra l’inferno, Ninfa dormiente e Figlia della cenere.
A mio parere amerete questi libri.

« “È bellissima, ma c’è qualcosa di inquietante” […] “È la diversità, Marini. Turba e allontana”».